Salerno, 16 lug. (AdnKronos Salute) - Sono abilissimi a navigare nelle âacqueâ di internet, ma non chiedetegli di salire su una barca o un gommone. Un bambino salernitano su due ha paura dell'acqua alta, spesso non perché non sa nuotare o riesce appena a mantenersi a galla: il 43% degli under 14 non ha mai imparato a nuotare davvero bene e si potrebbe trovare in difficoltà nell'acqua del mare, di un lago o anche di una piccola piscina. Lo denunciano gli esperti della Società italiana medici pediatri (Simpe), sottolineando che sono ancora troppi ogni anno i morti per annegamento fra bambini e ragazzi. Per garantire una maggiore sicurezza in acqua ai giovanissimi, la Simpe avvia allâHappy Village di Marina di Camerota un percorso di formazione per i pediatri salernitani.
I 'dottori dei bambini' apprenderanno le corrette tecniche di salvataggio diventandone âambasciatoriâ nei loro comuni, per diffonderle ai colleghi e ai genitori dei loro pazienti. Per questo, venerdì 18 luglio, a Marina di Camerota, due pediatri Simpe terranno un corso in cui chiunque, dalle nonne ai genitori, potrà imparare le tecniche base di salvataggio. Sul sito www.simpe.it saranno inoltre presto disponibili materiali dedicati a bambini e adolescenti, per insegnare loro a prevenire l'annegamento.
âE' inaccettabile che in una città come la nostra solo poco più della metà dei bimbi sappia nuotare abbastanza bene da potersela cavare in un'eventuale situazione di pericolo â" spiega Giuseppe Ruggiero, pediatra di famiglia in Battipaglia (SA) e coordinatore scientifico Simpe â" Il messaggio fondamentale per tutti i genitori, perciò, è che i bambini devono necessariamente imparare a nuotare, prima possibile".
"Il nuoto - prosegue - è un'attività che può essere praticata fin dalla primissima infanzia, perché l'acqua è l'elemento naturale per eccellenza per i bambini molto piccoli: sì ai corsi di acquaticità assieme alla mamma fin dai primi mesi, sì ai corsi in vasca con l'istruttore per i più grandicelli, per essere in grado di galleggiare e nuotare già prima di andare alla scuola materna. Solo così i bambini saranno in grado di fare un bagno in mare, al lago o in piscina con maggior tranquillità â.
L'annegamento può colpire chi non sa nuotare e si trova improvvisamente in acque dove non si tocca, ad esempio perché cade da un gommone o un pedalò, ma può essere anche la conseguenza di un incidente, come un malore o un trauma: in questi casi è necessario che i soccorritori sappiano che cosa fare per intervenire al più presto nel migliore dei modi. âPurtroppo la conoscenza delle tecniche di salvataggio in caso di annegamento è scarsa fra i genitori e non solo - osserva Ruggiero - Le regole base dovrebbero invece essere note a tutti: posizionare la vittima in orizzontale, iniziando subito le ventilazioni artificiali per dare ossigeno, e fare poi un massaggio cardiaco con compressioni al centro del torace. Il minimo indispensabile per tentare di salvare una vita: per questo le tecniche base di salvataggio saranno protagoniste dei corsi che formeranno i pediatri salernitani così da creare uno âzoccolo duroâ di medici in grado di diffondere le conoscenze a coll eghi e soprattutto genitori e parenti dei loro assistiti".
"Insegneremo con attività teoriche e pratiche come riconoscere i segnali d'allarme, le manovre di rianimazione cardiopolmonare nel bambino, da un anno fino alla pubertà , e la gestione del dolore nella vittima di annegamento". Inoltre sarà realizzato un quaderno sulla sicurezza in acqua dedicato a bambini fra i 6 e gli 11 anni dove i piccoli, grazie a puzzle, giochi e parole crociate "impareranno come giocare fra le onde senza rischi, e un decalogo rivolto agli adolescenti per prevenire l'annegamento e imparare come reagire di fronte a una situazione di pericolo", conclude Ruggiero.
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