Roma, 14 lug. (AdnKronos Salute) - Non vaccinare i bambini può significare esporli a rischi, soprattutto se frequentano scuole dove la copertura vaccinale è bassa. Nell’ultimo anno solo per il vaccino Mpr (morbillo, parotite e rosolia), vaccinazione raccomandata, si registra una percentuale nettamente al di sotto della soglia necessaria per garantire l’immunità , ovvero il 95%; riceve, infatti, il vaccino trivalente solo l’88% della popolazione. “Nel Lazio e a Roma - dichiara Teresa Rongai, Segretario di Fimp Roma - la riduzione delle vaccinazioni supera complessivamente il 10-15% e, in particolare, per le vaccinazioni obbligatorie il calo si aggira intorno al 5%. Questi dati - sottolinea l'esperta - sono estremamente preoccupanti".
"Le vaccinazioni, dopo gli antibiotici, costituiscono la più grande scoperta di salute pubblica e fa specie oggi sapere che c’è un inversione di tendenza rispetto a una conquista che sembrava ormai acquisita. Spesso i genitori, oggi - riflette Rongai - sottovalutano i rischi delle malattie infettive, in quanto non si assiste ad una vera e propria epidemia, ma spesso a sequele gravi e permanentiâ€. Le vaccinazioni hanno permesso ad oggi di eradicare malattie infettive che prima dei vaccini erano causa ogni anno di migliaia di morti. “Tuttavia - sottolinea Rongai - stiamo assistendo, soprattutto nell’ultimo anno, ad un calo significativo delle vaccinazioni anche a causa di messaggi diffusi dai movimenti antivaccinatori che su internet dilagano, fornendo indicazioni fuorvianti per i genitori".
Risultato? "Oggi le mamme - dichiara l'esperta - hanno paura di vaccinare. Credono ancora che il vaccino Mpr causi l’autismo, cosa assolutamente smentita dalla comunità scientifica e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità . Il pediatra di famiglia, punto di riferimento diretto dei genitori - conclude Rongai - ha un ruolo chiave nel dare informazioni corrette sulle vaccinazioni per consentire scelte consapevoliâ€.
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