Roma, 17 ott. (AdnKronos Salute) - Ogni anno in Italia 50 bambini perdono la vita per cause legate all'ostruzione delle vie aeree: uno ogni settimana. Principale responsabile il cibo, ma anche monete, palloncini, piccoli oggetti o parti di giocattoli. Un pericolo troppo spesso sottovalutato, ma che può essere ridimensionato adottando quella che la Croce Rossa Italiana chiama 'supervisione attiva'. Ovvero l'attenta sorveglianza da parte dei genitori o degli insegnanti, soprattutto mentre i bimbi mangiano.
Quando però questo non basta, un vero e proprio presidio salvavita è la capacita di esercitare le manovre di rianimazione cardio-polmonari pediatriche e quelle di disostruzione delle vie aeree. "Semplici manovre che possono fare la differenza", che tutti possono imparare a fare e che, considerando anche gli adulti, in Europa potrebbero salvare la vita a 100 mila persone ogni anno.
Sono i temi, insieme al contrasto della morte in culla, trattati nel seminario 'Una chance per la vita - Proteggere i piccoli è una cosa da grandi', organizzato a Roma dalla Casagit insieme con la Cri e che ha visto la partecipazione, oltre al presidente della Cassa di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, Daniele Cerrato, di Adriano de Nardis, presidente regionale della Croce Rossa; Jacopo Pagani, responsabile formazione pediatrica della Croce Rossa Italiana; Maria Pia Villa, responsabile del Centro di riferimento nazionale per la Sids (Sudden infant death syndrome o Sindrome della morte in culla).
"E' importante - sottolinea Pagani - che il tema della rianimazione cardio-polmonare diventi patrimonio comune, soprattutto delle persone laiche. Se tutti sapessimo applicare le giuste manovre salvavita si potrebbe evitare la morte di oltre 100 mila persone ogni anno in Europa".
Un impegno, quello dedicato alla prevenzione, che la Casagit persegue costantemente e che continuerà anche nei prossimi mesi "attraverso le Consulte regionali - spiega il presidente Cerrato - con iniziative organizzate dai fiduciari Casagit in collaborazione con la Croce Rossa Italiana".
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