Milano, 4 nov. (AdnKronos Salute) - "Vergognarsi del proprio padre, di una figura che nonostante tutto si ammira e si ama, è per un figlio l'amarezza più grande. Una di quelle cose che lasciano dentro l'anima una cicatrice profonda". E' severo il commento di Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, al caso del papà denunciato per invasione di campo e sospensione dell'attività sportiva per avere picchiato l'arbitro di una partita di calcio 'under 14' che si è disputata domenica 2 novembre a Montesano salentino, in Puglia, nel Leccese. In campo il figlio, che in lacrime ha chiesto scusa per l'accaduto. "Un'umiliazione che non si dimentica", dice lo psichiatra all'Adnkronos Salute.
Per Mencacci l'episodio è l'ultimo di una lunga, triste serie di esempi di "padri assenti e quando presenti infantili. Un tipo di genitore del quale, se fosse possibile, bisognerebbe chiedere la 'dimissione'. Comportamenti di questo tipo sono realmente pericolosi per la salute e la crescita del figlio", avverte l'esperto. Da un lato perché "sono un brutto messaggio di violenza", dall'altro perché offrono la rappresentazione di "un padre che vuole vivere la vita del figlio, non sapendone rispettare i limiti né attrezzandolo a tollerare frustrazioni e ingiustizie. Se anche un'ingiustizia ci fosse stata" nella decisione aribitrale, infatti, il compito del genitore sarebbe dovuto essere "insegnare che anche un torto subito fa parte della vita. Che bisogna imparare a farci i conti, a elaborarlo e a superarlo".
Mencacci allarga la sua riflessione anche ad altri fatti di cronaca, "a tutta questa esplosione, alla quale stiamo assistendo, di genitori che non riescono mai a stabilire un'alleanza costruttiva con chi ha il compito di educare i loro figli". Nello sport, come a scuola e in generale in ogni aspetto della quotidianità di un bambino. "Con questi atteggiamenti - ammonisce lo psichiatra - questi genitori non solo isolano il figlio, ma ne accrescono la debolezza e lo incentivano a non tollerare limiti e delusioni".
Ma perché oggi crescere un bambino sembra essere diventato un mestiere tanto difficile? "In un'epoca e in una società in cui il numero dei figli si è particolarmente ridotto - risponde Mencacci - quell'unico figlio lo si vuole perfetto e capace di eccellere in qualunque situazione. Ci troviamo di fronte alla rinuncia di una capacità educativa, passando dalla logica che non esistono regole né confini, ma che esiste esclusivamente il proprio egocentrismo, il successo e il trionfo del singolo anche a discapito della squadra". Questo, in conclusione, il messaggio dello psichiatra ai genitori: "Non invadete vita dei vostri figli, non fateli vergognare di voi. Insegnate loro, con l'esempio, che esistono dei confini e che questi confini vanno rispettati".
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