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martedì 23 giugno 2015

Papa saluta Torino: i valdesi, i parenti e finale coi bambini

Di Elena Andreasi Torino, 22 giu. (LaPresse) - Papa Francesco lascia Torino al termine di due giorni intensissimi, fatti di bagni di folla e incontri importanti, uno dei quali - quello al tempio Valdese di stamane - addirittura storico. L'ultimo saluto, però, dopo un lungo incontro con i parenti piemontesi all'Arcivescovado, l'ha voluto riservare ai bambini, il futuro della società, radunatisi in piazza Solferino insieme ai loro animatori dei centri estivi, che l'hanno acclamato mentre passava di fianco alla piazza a bordo della papamobile.

IL PAPA AL TEMPIO VALDESE - Collaborazione e fraternità pur nel rispetto delle differenze. E' questo il concetto che è emerso dalla storica visita di Papa Francesco al tempio Valdese di Torino. "Da parte della Chiesa cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci", ha detto il Papa durante il suo intervento nel tempio. Una scusa ufficiale, quella del Pontefice, che ha chiesto perdono per le persecuzioni del passato. "Un ambito in cui possiamo lavorare sempre di più uniti è quello del servizio all'umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti", ha poi sottolineato Francesco. "Le differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche, che continuano a esistere tra cattolici e valdesi, non ci impediscano di trovare forme di collaborazione in questi ed altri campi", ha aggiunto ancora.

RICHIESTA DI PERDONO COMMOVENTE. Lo stesso messaggio di collaborazione è stato lanciato dal pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese: "Crediamo anche noi che l'unità cristiana possa e debba essere concepita così: come diversità riconciliata, in cui occorre sottolineare sia la parola diversità, sia l'esigenza che sia riconciliata". E anche per Bernardini un'attenzione particolare va data al problema immigrazione: "La 'fortezza Europa' respinge i profughi che bussano alla nostra porta rigettandoli nell'abisso di sofferenze, persecuzioni e dolore da cui fuggono - ha affermato -. Ma la legge che il Signore afferma ci impone di accogliere lo straniero, l'orfano e la vedova. E l'Evangelo che predichiamo ci invita ad aprire la porta della nostra casa, perché solo accogliendo chi soffre si può accogliere Cristo". "La sua richiesta di perdono ci ha profondamente toccati e l'abbiamo accolta con gioia. Naturalmente non si può cambiare il passato, ma ci sono parole che a un certo punto bisogna dire, e il Papa ha avuto il coraggio e la sensibilità per dire la parola giusta", ha voluto sottolineare Bernardini.

L'INCONTRO CON I PARENTI - Papa Francesco si è concesso un lungo incontro con i suoi parenti piemontesi prima di tornare in Vaticano: per loro ha tenuto una Messa in forma strettamente privata, pranzando poi con cugini e nipoti. "Sono dovuta venire via prima per l'emozione. Ho avuto come una crisi di panico quando l'ho visto. Ero invitata al pranzo ma sono andata via in anticipo". Così Giuseppina Ravedone, vedova di Francesco Martinengo, cugino di Papa Francesco, ha descritto a LaPresse l'emozione di incontrare Bergoglio dal vivo. "C'era tanta polizia intorno a lui e gli ho consigliato - ha proseguito l'anziana signora - di ritirarsi a vita privata, perché anche lui è anziano adesso. Poi gli ho fatto vedere una sua foto e lui scherzando mi ha risposto: 'Chi è quel brutto muso?'", ha detto ancora la parente del Papa, fuori dall'Arcivescovado.

LE IMPRESSIONI DI PAPA FRANCESCO - "Ogni incontro è stato molto importante: con il mondo del lavoro, la famiglia salesiana, i giovani, la comunità del Cottolengo. Incontri che hanno assunto un valore fondamentale nel contesto del grande momento di preghiera silenziosa davanti alla Sindone e dell'incontro di stamane con i fratelli e le sorelle valdesi", ha dichiarato il Pontefice al termine della visita al tempio Valdese, secondo quanto riportato dal vicedirettore della sala stampa vaticana Ciro Benedettini. "Un grande valore ha assunto per me - ha detto ancora Bergoglio - la visita alla chiesa di Santa Teresa, dove si sono sposati i miei nonni paterni, ed è stato battezzato mio papà Mario". "Il Santo Padre è molto contento e soddisfatto della calorosa accoglienza ricevuta a Torino. Accoglienza che è andata ben oltre le sue aspettative", ha fatto sapere ancora Benedettini. Per lui è stato "'un ritorno a casa', come faceva ogni volta che da Buenos Aires veniva in Ital ia. Ed è per questo che anche in questa occasione ha voluto incontrare i suoi familiari: sei cugini carnali con le proprie famiglie, una trentina di persone in tutto".

LE IMPRESSIONI DEI FEDELI - Per i torinesi che in questi due giorni hanno 'rincorso' Papa Francesco per il centro della città, il Pontefice è l'uomo della libertà e del popolo. Francesco e Francesca, per esempio, sono una coppia di catanesi in visita a Torino, dove vivono alcuni dei loro sette figli. Hanno fatto in modo di far coincidere il loro viaggio con la visita papale, per poterlo vedere dal vivo e, mangiando un panino fuori dall'Arcivescovado, con il sorriso sulle labbra lo hanno definito così: "Papa Francesco è il Papa della libertà, è aperto e tollerante, non fa proselitismo e per questo ci piace".

Photo Osservatore Romano/LaPresse

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