Roma, 11 lug. (LaPresse) - "Non esistono parole di fronte all'immensità del dolore che ha colpito questa famiglia e sconvolto l'intera città . Ogni mamma della nostra comunità , giovedì, ha sentito nel proprio cuore lo strazio della mamma di Marco. Da mamma, prima ancora che da amministratore locale, desidero esprimere alla signora Giudice il mio profondo cordoglio e la mia vicinanza. Stasera, alle 21, per dimostrare solidarietà e vicinanza, il quartiere Appio latino dove i genitori di Marco risiedono e tutti i cittadini che vorranno partecipare daranno vita a due fiaccolate che partiranno dalle fermate Metro A Re di Roma e Colli Albani e convergeranno alla fermata di Furio Camillo". Lo dichiara, in una nota, Ilaria Tredicine, vicepresidente del consiglio del Municipio VII. "Con l'evento - aggiunge - si intende, inoltre, sensibilizzare le istituzioni sull a messa a norma e la sicurezza di tutte le infrastrutture pubbliche e chiedere, anche se nessuna sentenza potrà mai restituire ciò che questi genitori hanno perso, che se ci sono responsabilità , al momento al vaglio degli inquirenti, vengano tempestivamente accertate affinché il piccolo Marco possa avere giustizia".
"Al di là delle eventuali responsabilità individuali che la magistratura sta valutando, però - aggiunge la vice presidente Tredicine -, una cosa è certa e non può essere taciuta: il livello di sicurezza e la manutenzione delle stazioni metro e delle infrastrutture di Roma è vergognosamente ancora distante anni luce dagli standard delle altre capitali europee e di molte altre città italiane. Strumentalizzare politicamente questa tragedia, anche se a caldo come è comprensibile ci sono state da parte dei cittadini contestazioni forti nei confronti del sindaco, non rientra minimamente nelle finalità della fiaccolata prevista per questa sera. Strumentalizzare il dolore di questi genitori, come hanno giustamente affermato tutte le forze politiche della città , sarebbe infatti ignobile. Ma altrettanto ignobile e profondamente ingiusto nei confronti di Marco e della sua famiglia che ora pretende giustizia sarebbe negare questa indecorosa evidenza".
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