Milano, 17 ago. (LaPresse) - "Sono disperata, mi hanno distrutto". E' quanto avrebbe detto Martina Levato, condannata a 14 anni con il compagno Alexander Boettcher per l'aggressione con l'acido a Pietro Barbini, dopo che il Tribunale per i minorenni di Milano ha deciso l'allontanamento del figlio, partorito nella notte fra venerdì 14 e sabato 15 agosto. Lo ha riferito uno dei legali di Martina Levato, l'avvocato Stefano De Cesare.
Intanto, il piccolo ha ricevuto una delle sue prime visite. "Ho visto il bambino, è bellissimo, è andato tutto bene. Il mio è stato un atto di soldarieta e generosità verso il bambino". Lo ha detto il pm di Milano Marcello Musso dopo essere andato a trovare il figlio di Martina Levato, nato la notte di Ferragosto. Il magistrato ha portato al piccolo un paio di pantofoline da neonato, accompagnare da un biglietto con scritto: "Al piccolo Achille con infinita tenerezza per un lungo cammino". Un gesto, quello del pm Musso, possibile grazie all'autorizzazione del pm dei minori Annamaria Fiorillo, che ha disposto l'allontanamento temporaneo del bambino dalla mamma e ha presentato ricorso al Tribunale dei minori perché il bimbo venga adottato. Sulla sorte del piccolo, la decisione dei giudici è attesa per domani.
Il pm Musso aveva invece disposto che dopo il parto Martina Levato e il suo piccolo venissero trasferiti all'Icam, l'istituto per detenute madri con figli fino a 6 anni di età di via Macedonio Melloni. Musso, nel corso della visita, ha parlato anche con il professor Luigi Fedele, direttore sanitario della Mangiagalli, e con il primario di neonatologia Fabio Mosca, che si sono complimentati con lui per aver disposto il trasferimento per il parto alla Mangiagalli invece che all'ospedale San Paolo com'era stato previsto inizialmente. "Mi hanno detto che si è trattata della scelta migliore", ha spiegato.
Nessun commento:
Posta un commento