Roma, 22 set. (AdnKronos Salute) - L'embrione 'parla' con la mamma e interagisce con lei a livello genetico, anche se gli ovuli sono stati donati da un'altra donna. Questo il risultato di uno studio della Fondazione Ivi, secondo cui la futura madre è in grado di modificare il genoma del figlio anche quando l'ovulo è di un'altra donna. Le abitudini materne sono quindi fondamentali nello sviluppo embrionale e possono portare ad alterazioni nel genoma dell'embrione, spiegano su 'Development' Felipe Vilella e Carlos Simón di Ivi.
"Questa scoperta ci dimostra che esiste uno scambio tra endometrio ed embrione, cosa che già sospettavamo a causa della coincidenza tra alcune caratteristiche fisiche tra madri e figli nati da ovo-donazione e dell'incidenza di alcune malattie infantili legate a patologie materne durante la gestazione come obesità o tabagismo", afferma Daniela Galliano, direttore del centro Ivi di Roma. Alcune condizioni nelle quali si possono trovare le donne finiscono per modificare le loro cellule, anche quelle dell'endometrio. Questo fa sì che il fluido endometriale cambi e che nella sua secrezione venga rilasciata l'informazione genetica della madre assorbita poi dall'embrione.
"Questa comunicazione può portare al fatto che nell'embrione si esprimano o si inibiscano specifiche funzioni, dando così luogo a delle modifiche. Il che spiega il processo di trasmissione di malattie come il diabete o l'obesità ", sottolinea Galliano. "Questa pubblicazione apre la porta alla possibilità di evitare alcune tipologie di malattie, quando la loro causa è epigenetica. Sapendo che esiste questo tipo di trasmissione - conclude - in futuro saremo in grado di evitarla. Nei Paesi nei quali è permessa la maternità surrogata, inoltre, si potrà dare più importanza alla conoscenza delle abitudini, precedenti alla gestazione, della madre".
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