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venerdì 9 marzo 2012

Fecondazione: in Italia 3 mln di coppie infertili, 1 su 6 arriva al bebè

Roma, 9 feb. (Adnkronos Salute) - Chi ricorre alla procreazione assistita oggi in Italia ha una possibilità su 6 di diventare genitore. Era solo una su 10 nel 2005, all’indomani dall’introduzione della legge 40. Buone notizie, dunque, per i 3 milioni di coppie infertili italiane, che confermano i progressi della ricerca e delle tecniche nel nostro Paese, nonostante l’età delle aspiranti mamme sia in continuo aumento. "Con i nostri 36,2 anni di media e un 28,1% di over 40 che accede alla fecondazione deteniamo un vero e proprio record", spiega Andrea Riccardo Genazzani, presidente del 15.mo congresso mondiale dell'Isge (International Society of Gynecological Endocrinology), ospitato in questi giorni a Firenze. Nonostante tutto, però, 10mila coppie volano all'estero.

"Il fattore età - prosegue - incide in maniera indipendente sulla capacità procreativa, che si esaurisce circa un decennio prima della menopausa". Per sottolineare questo concetto gli esperti hanno coniato un neologismo: "Dovremmo iniziare a parlare di 'fertipausa' â€" spiega Rossella Nappi, ricercatore presso il centro per la Procreazione Medicalmente Assistita dell'Irccs Fondazione S. Matteo dell’Università di Pavia - e spiegare alla popolazione senza troppe illusioni che, nonostante i progressi compiuti, a 42/43 anni concepire, per via naturale o artificiale, è possibile ma estremamente difficile". Data la complessa situazione di base, con una popolazione mediamente più anziana e una legge particolarmente restrittiva, i successi secondo gli esperti riuniti a Firenze evidenziano ancor più l’ottimo livello dell’assistenza nel nostro Paese.

"Siamo leader nelle tecniche di fecondazione in vitro con ovuli scongelati (3.284 cicli nel 2008), una scelta inizialmente obbligata dalla normativa ma ora sempre più diffusa a livello globale perché rappresenta una chance di conservare la fertilità per chi debba sottoporsi a terapie oncologiche â€" continua Genazzani - Stiamo gradualmente riducendo i livelli di gravidanze plurime (oggi sono il 22,3% del totale), contiamo 350 centri, una tradizione di eccellenza. Eppure ogni anno ancora circa 10.000 coppie decidono di rivolgersi all’estero, una cifra pari al 30% dei 25mila europei che vanno in altre nazioni per ricorrere alla Pma".

La Spagna è la principale meta degli aspiranti genitori, con un incremento notevole negli ultimi anni. Seguono la Svizzera, la Francia e ultimamente, per i costi più contenuti, i Paesi dell'Est Europa. Il Congresso dedica ampio spazio al tema della riproduzione assistita, con i più importanti nomi internazionali, fra cui Bruno Lunenfeld, il 'padre' delle gonadotropine cui è stata affidata la lettura inaugurale. Dal 2004 ad oggi sono 385.000 le coppie italiane che hanno tentato la strada della procreazione medicalmente assistita: di queste 65.000 sono diventate genitori.

"Fra le nuove opportunità da valutare vi è il 'social freezing' cioè la possibilità di congelare gli ovociti in giovane età (sotto i 35 anni) per poterli poi utilizzare quando la donna deciderà di diventerà madre â€" spiega la Nappi - Oggi in Italia è possibile fare una pianificazione riproduttiva soltanto se si devono affrontare patologie come quelle oncologiche. Ma sempre più donne si informano su congelamento che potrebbe essere introdotto anche a livello generale, con costi a proprio carico". Ma quali sono le cause dell'infertilità? Questa è dovuta nel 35,4% dei casi all’uomo, nel 35,5% a lei, nel 15% attribuibile a entrambi i partner e nel 13,2% è inspiegata. Compito dell'Isge è indagare in particolare le ragioni di tipo endocrino, proprio perché la Società si caratterizza per una visione a 360 gradi dell’impatto degli ormoni sulla vita della donna e sulla sua funzione riproduttiva.

"Siamo i soli a studiarne l’effetto specifico sui vari organi e sistemi con un approccio di genere, che non si limita a momenti come l'adolescenza, al controllo della fertilità, alla gravidanza e alla menopausa ma vuole comprendere più nel complesso anche la ricaduta sulla salute complessiva â€" spiega Genazzani - Molto interessanti sono le implicazioni sulla psiche e sulla modulazione dell’umore, un settore in cui l’Italia è all’avanguardia. Un momento cruciale è la menopausa, quando cessa la produzione degli ormoni che rappresentano il motore dell’organismo femminile. Il loro calo, improvviso o graduale, determina in ben una donna su 4 alterazioni dell’umore, sino a veri e propri sintomi depressivi". Altra conseguenza del crollo estrogenico è l’aumento del rischio cardiovascolare, che cresce fino a diventare la prima causa di morte. I problemi più diffusi per le over-50 sono le vampate di calore, che interessano circa 3 donne su 4; la secchezza vaginale (25-30%). Infine soffre d’insonnia una donna su tre in pre-menopausa e una su due in peri e post-menopausa.

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