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lunedì 22 aprile 2013

Pediatria: Unicef, 1 bambino su 5 non ancora vaccinato e rischia la vita

Roma, 22 apr. (Adnkronos Salute) - Un milione e mezzo di bambini nel 2011 non sarebbero morti se fossero stati vaccinati. Lo sottolinea l'Unicef in occasione dell'inizio della Settimana mondiale delle vaccinazioni. "Un bambino su cinque non ha ancora ricevuto vaccini salvavita per motivi di esclusione sociale e geografica, mancanza di risorse, sistemi sanitari deboli o a causa di conflitti, così come sta succedendo ai bambini della Siria o di alcune zone dell'Africa occidentale. Ogni bambino nel mondo ha bisogno di essere vaccinato per proteggere al meglio la sua salute, e i vaccini salvano la vita di 2-3 milioni di bambini ogni anno, rappresentando uno dei più grandi risultati nella salute pubblica dell’ultimo secolo, secondo l'Us Centers for Disease Control and Prevention", ricorda l'Unicef.

"Le vaccinazioni hanno anche costi molto contenuti. Tuttavia nel 2011 ben 22,4 milioni di bambini non sono stati vaccinati, un milione in più rispetto all'anno precedente. L'Unicef è preoccupato che l'impegno globale per vaccinare ogni bambino rallenti per mancanza di fondi e che la volontà politica ristagni. Nel 2011, solo 152 su 193 Stati membri dell'Oms hanno destinato voci di bilancio alle vaccinazioni. Le disuguaglianze persistono all'interno e tra i paesi. I bambini delle famiglie più ricche hanno maggior accesso a migliori servizi per la salute in determinati Paesi, e godono di tassi di copertura vaccinale più alti. A meno che le disparità non vengano affrontate, ogni 'ultimo bambino' non potrà esser vaccinato, ha dichiarato l'Unicef".

Allo stesso tempo, investimenti in vaccinazioni di routine come parte di sistemi sanitari migliorati si tradurranno in benefici per tutti i bambini, riducendo ulteriormente le disuguaglianze. Per fare questo, i governi devono provvedere a sufficienti investimenti e le innovazioni dovrebbero essere incoraggiate, così come per la recente introduzione dei vaccini contro polmonite e diarrea. Ancor più importante, un fermo supporto politico è necessario per estendere i benefici dei vaccini ai bambini delle famiglie più povere e che vivono nelle comunità più remote. "Malattie mortali come polio, tetano e morbillo possono essere facilmente prevenute con vaccini poco costosi: per vaccinare un bambino contro la polio bastano solo 33 centesimi, un vaccino contro il morbillo costa appena 17 centesimi. Chiediamo a tutti di sostenere con una donazione le nostre campagne di vaccinazione e di destinare il 5xmille della dichiarazione dei redditi all'Unicef: trasformeremo il vostro 5xmille in vaccini e altri interventi salvavita. Aiutateci a salvare la vita di tanti bambini", aggiunge il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera.

Il prossimo 24 aprile partirà la Settimana mondiale delle vaccinazioni, un'iniziativa globale, celebrata ogni anno per promuovere l'uso dei vaccini salva vita, uno degli strumenti più potenti al mondo per proteggere i bambini dalle malattie killer. Durante la Settimana verranno: promosse campagne di vaccinazioni per i rifugiati del Mali, fuggiti a causa del conflitto e per le comunità che li ospitano in Mauritania. I bambini riceveranno vaccini contro morbillo, poliomielite, difterite, pertosse e tetano.

Introdotti nuovi vaccini in Uganda, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Zambia, Angola e Haiti. Proiettati durante la notte film sulle vaccinazioni nelle comunità rurali in Liberia. Verrà, inoltre, lanciata una campagna Sms in Malawi per incoraggiare i genitori a vaccinare i propri figli, verrà promossa una 'Giornata aperta sul campo' in Gambia, in cui gli operatori sanitari saranno impiegati nelle comunità sulle vaccinazioni con gare a quiz, premi e proiezione di film durante la notte nelle comunità rurali.

L'Unicef fornisce vaccini per il 36% dei bambini del mondo: nel 2012 ha procurato 1,9 miliardi di dosi di vaccini ed oltre 500 milioni di siringhe. L'agenzia è è il più grande acquirente di vaccini al mondo e lavora per portare il prezzo dei vaccini a livelli sostenibili per i paesi a basso e medio reddito.

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