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lunedì 20 maggio 2013

Save the Children: Una famiglia su 3 non può pagare università a figli

Roma, 20 mag. (LaPresse) - La crisi economica toglie la possibilità di studiare. Il 31% di madri e padri italiani infatti ammette di non poter pagare l'università dei figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo il 22% dei genitori intervistati), salvo chiedere un prestito (9%). E' uno degli aspetti emersi dalla ricerca Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani realizzata da Ipsos per Save the Children, e diffusa oggi in occasione del lancio della campagna 'Allarme infanzia'. Secondo i genitori italiani i propri figli vanno al cinema meno frequentemente di quanto desidererebbero, a causa del costo del biglietto (53%, 68% per i ragazzi), o perchè sempre più sale chiudono come segno difficile fase economica (7% genitori e 6% dei ragazzi).

Per porre un freno al caro libri (percepito dal 22% degli adulti e dal 24% dei ragazzi), la biblioteca si propone come soluzione prevalente per i 'divoratori' di quelli extrascolastici (29% dei genitori e dal 28% dei ragazzi). Allarmante, ma probabilmente segno di una crescente e dilagante 'povertà di cultura', il fatto che per un adolescente su 5, la lettura non rappresenti un interesse. Per il 17% dei ragazzi (21% dei genitori), le vacanze non ci sono già più mentre il 23% (15% dei genitori) le ha fatte ma più brevi del solito. Fra i genitori il 7% ci ha rinunciato per consentirle ai figli mentre 1 su 3 dice di riuscire a realizzarle grazie ad offerte low cost o all'appoggio di parenti e amici.

La 'percezione' della crisi si fa sentire molto tra i ragazzi, probabilmente perchè si traduce per loro in molte rinunce, piccole e grandi, che ne amplificano l'impatto. Otto adolescenti su 10 hanno infatti dichiarano di aver dovuto tagliare qualcosa: per il 69% si tratta delle spese per il tempo libero - cinema, discoteca, pizza con gli amici - (secondo i genitori ben l'86%), per il 68% è l'acquisto di vestiti, scarpe e accessori (75% per i genitori). Ma la crisi limita anche importanti opportunità educative e di crescita: per il 35% l'iscrizione ad attività sportive e ricreative (45% dei genitori), seguito dalla partecipazione alle gite scolastiche (22%, dato speculare anche per i genitori) e dall'acquisto di libri il 12% (23% per i genitori).

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