(ASCA) - Roma, 24 mag - Ha 3 anni e mezzo e grazie alle staminali del suo cordone ombelicale conservate privatamente e' stata inserita in un trial clinico negli USA. E' lei la prima italiana sottoposta a trapianto con cellule cordonali autologhe. L'intervento e' stato effettuato il 21 maggio al Medical Center della Duke University (Durham, North Carolina - USA) all'interno del protocollo scientifico coordinato dalla pediatra Joanne Kurtzberg. La piccola e' stata selezionata a livello mondiale tra i 4.700 bimbi affetti da paralisi cerebrale i cui genitori, scegliendo di conservare privatamente le cellule staminali del cordone ombelicale, hanno voluto dare ai figli un importante patrimonio cellulare. ''Si tratta del primo caso in Italia'', afferma Irene Martini, direttore scientifico di SmartBank, la banca delle cellule staminali cui la famiglia si e' affidata per la conservazione delle cellule cordonali della figlia. ''E' il primo caso di trapianto con staminali cordonali autologhe che vede interessato un italiano. Contrariamente a quanti sostengono l'inutilita' di avere a disposizione le proprie staminali cordonali, conservare privatamente le cellule del cordone ombelicale si rivela una grande opportunita'''. La bambina interessata e' stata colpita alla nascita da ipossia che le ha provocato una paralisi cerebrale. Per quanto siano situazioni non prevedibili, questi non sono casi cosi' rari: si stima infatti che circa un neonato ogni 1.000 possa riscontrare questi problemi. La paralisi cerebrale e' un disturbo definito come persistente, in quanto la lesione a carico del cervello non e' suscettibile di ''guarigione'' in senso stretto. I malati perdono la capacita' di parlare e muoversi normalmente e finora l'unica possibilita' a loro disposizione sembrava essere limitata al tentativo di rilassare i muscoli con continue terapie fisiche, farmacologiche e riabilitative, con una funzione di sostegno e non curativa. Spiega Martini: ''I ricercatori coordinati da Kurtzberg hanno messo a punto una terapia che permette di correggere in modo innovativo le alterazioni strutturali e biochimiche di questa patologia invalidante. Le cellule cordonali autologhe possono agire in modo multiplo: ridurre l'aspetto infiammatorio e rilasciare fattori di crescita che hanno un'attivita' rigenerativa, prevedendo cosi' un recupero motorio e cognitivo''. I parametri della piccola rientravano nei parametri previsti dal protocollo scientifico. Anche le staminali cordonali raccolte tre anni e mezzo fa e conservate nei laboratori dell'Universita' di Plymouth sono risultate idonee all'utilizzo, ovvero rispettose di tutte le rigorose caratteristiche di qualita' richieste. Cosi' la bambina e' stata ammessa al trial clinico, rientrando in un campione di 60 bambini di eta' compresa da 1 a 6 anni, selezionati a livello mondiale. ''Il trapianto, che e' un'infusione delle staminali, e' andato bene. Significativi miglioramenti sono attesi tra circa 18 mesi, ma c'e' la possibilita' che segnali positivi possano essere visibili gia' tra tre mesi''. red/mpd
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