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mercoledì 30 aprile 2014

Torino, dimessa da pronto soccorso perde bimba: via a processo

Torino, 30 apr. (La Presse) - Era arrivata al pronto soccorso del Sant'Anna di Torino, incinta al nono mese, in preda a dolori e perdite di sangue. Si era sentita dire che non aveva nulla, ed era stata dimessa. Dopo poche ore però, sempre più dolorante, era tornata, ed era stata operata d'urgenza, perdendo la bambina che portava in grembo. L'episodio, accaduto quattro anni fa nell'ospedale torinese, è al centro di un processo che ha preso il via al tribunale di Torino e che vede alla sbarra un medico, Pietro Lombardo, e una delle ostetriche dell'azienda sanitaria. La parte lesa, che oggi ha testimoniato, è una 33enne di Grugliasco che aveva sporto querela dopo aver perso la bimba. L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Avenati Bassi. "Ero di 40 settimane e quattro giorni - ha dichiarato la donna - e la sera del 21 ottobre avevo perso sangue e sentivo un dolore al basso ventre. Arrivata al pronto soccorso, l'os tetrica mi disse che potevo partorire una settimana dopo, ma che non c'era alcun allarme e che potevo tornare a casa. Il dottore non mi visitò e mi disse che potevo andare a casa".

"Ricordo bene - ha aggiunto - che gli dissi: 'ma come, non mi ricovera?', e che lui mi rispose: 'cosa la ricovero a fare, ci facciamo una partita a carte?'. Questa frase me la ricorderò per tutta la vita". "Mi dimisero a mezzanotte e mezza - ha proseguito la teste - ma avevo le contrazioni e provavo dolori fortissimi, regolari, che duravano almeno trenta secondi. Allora con la mia famiglia siamo tornati indietro, in ospedale. Ma mi dissero che il travaglio non era iniziato e mi misero in una stanza di degenza. Mi dissero di dormire, ma avevo dolori lancinati e nessuno mi veniva a guardare. Mi ha visitata solo un'ostetrica. Mi sono dovuta trascinare io fino alla sala del dottore, per dirgli che non ce la facevo più. Solo a quel punto mi ha fatto un'ecografia". Dall'esame emerse che il feto era iposviluppato e la donna venne quindi sottoposta a un cesareo d'urgenza. La bambina però morì.

Il perito del tribunale, che è stato sentito oggi come teste, ha spiegato che, anche se "non c'erano elementi che potessero far pensare alle condizioni cliniche della donna", comunque "l'iposviluppo del feto era notevole", e se "lo si fosse individuato subito, al primo accesso, forse la paziente poteva essere seguita in modo diverso". "Non credo a un incidente improvviso e imprevedibile - ha sostenuto il perito - però è anche vero che una gravidanza a basso rischio non va monitorizzata, di norma". L'imputato, il medico Pietro Lombardo, ha reso una dichiarazione spontanea davanti alla corte: "Quella situazione fu per me drammatica. Tengo a precisare che non venne fatta un'ecografia sulle dimensioni del feto, io valutai il battito fetale e dopo avere visitato la paziente, con l'ecografo, valutai la presenza del battito cardiaco, ma non ho mai fatto un'ecografia sulle dimensioni del feto. Nella documentazione che avevo - ha concluso - non era sospettabile nulla. Era una gr avidanza a basso rischio, io ho sospettato dalla pancia piccola della signora che c'era un iposviluppo. Per questo ho affrettato tutto quanto. Nessuno, nè io ne nei ricoveri precedenti, nè nei giorni precedenti, aveva notato nulla".

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