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giovedì 11 giugno 2015

Fecondazione: Gallo, sentenza pubblicata in GU, ora Pma a coppie fertili

Roma, 11 giu. (AdnKronos Salute) - "Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza 96 del 10/06/2015 emessa dalla Corte Costituzionale, le coppie fertili, portatrici di patologie genetiche, potranno accedere alla fecondazione assistita ed in particolare alla diagnosi pre-impianto per conoscere lo stato di salute dell'embrione". Lo evidenzia l'avvocato Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni.

"Occorrerà, secondo quanto scritto nella sentenza - evidenzia il legale - che un medico di una struttura pubblica accerti che vi siano i requisiti previsti (articolo 6 comma 1 lettera b) dalla legge 194/78 che disciplina l'interruzione volontaria di gravidanza, cioè 'quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna'".

"Ora è necessario che le strutture pubbliche autorizzate ad applicare le tecniche in vitro richieste all'interno di un sistema di controllo e autorizzazioni, come previsto dalla stessa legge 40 all'art. 10 comma 1, effettuino realmente le operazioni richieste perché purtroppo, come abbiamo già denunciato in passato, tali strutture non effettuavano diagnosi pre-impianto anche quando richiesto dalle coppie infertili, in piena violazione della legge 40", evidenzia.

"Nel 2012 con l'intervento dei tribunale di Cagliari - ricorda Gallo - siamo riusciti a far ordinare l'esecuzione della tecnica di Pgd all'ospedale microcitemico, che pur avendo l' attrezzatura necessaria, per mancanza di personale non la effettuava. E' stata fatta una convenzione esterna per l'esecuzione della tecnica. Se le Regioni e i direttori della Asl non consentiranno subito l'accesso alla tecnica, saremo costretti a ricorrere nei tribunali".

"Mentre sarebbe opportuno - conclude - che il ministero della Salute aggiornasse le linee guida della legge 40 che prevede vengano rinnovate 'almeno ogni tre anni, in rapporto all'evoluzione tecnico-scientifica'. Infatti, la decisione richiama il legislatore ad aggiornare norme e indicazioni in linea con l'evoluzione della scienza, quindi anche ad ampliare la lista delle patologie in continuo aggiornamento per le quali si potrà chiedere l’accesso alla diagnosi pre-impianto".

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