Roma, 6 ott. (Adnkronos Salute) - Vittime della pubblicità quando si tratta di scegliere che cosa mangiare. Soprattutto se i genitori sono poco attenti. A lanciare l'allarme sull'influenza dei 'consigli per gli acquisti' sulle scelte a tavola dei bambini è uno studio della Texas A&M International University, di prossima pubblicazione su 'The Journal of Pediatrics'.
Secondo i ricercatori, solo se mamma e papà intervengono quando c'è da scegliere che cosa mangiare viene annullato il messaggio seducente per il palato, ma poco salutare per la bilancia, di molti spot televisivi inneggianti 'junk food' o cibo spazzatura.
"Gli effetti della pubblicità possono lavorare sia a favore che contro la sana alimentazione - avverte Christopher Ferguson, autore dello studio - Invece di concentrarsi sul divieto di pubblicità di alcuni alimenti ai bambini - suggerisce il ricercatore - gli addetti ai lavori e le istituzioni devono concentrarsi sulle modalità per promuovere la diffusione di scelte alimentari più sane".
Lo studio ha esaminato 75 bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. I piccoli, divisi in due gruppi, sono stati testati ricorrendo all'aiuto di cartoni animati interrotti ogni tanto da due differenti spot: uno inneggiante le patatine fritte, l'altro fette di mele immerse in una salsa.
Dopo la visione ai piccoli è stato chiesto di scegliere un buono da spendere per i cibi pubblicizzati. Metà dei genitori ha incoraggiato il figlio a scegliere l'opzione più sana e l'altra metà è rimasta neutrale.
Il 71% dei bambini che ha visto lo spot delle patatine fritte e non ha ricevuto indicazioni dai genitori, ha scelto questo snack. Tuttavia il numero di piccoli è sceso al 55% quando i genitori li hanno aiutati a preferire l'opzione più sana. Nel caso invece di chi ha visto la pubblicità con le mele, solo il 46% ha poi scelto di comprare le patatine fritte quando i genitori sono rimasti neutrali. Una percentuale scesa al 33% quando mamma e papà hanno incoraggiato i piccoli a scegliere la frutta. Il test, secondo i ricercatori, dimostra che "l'incoraggiamento della famiglia a mangiare sano è in qualche modo in grado di aiutare ad annullare il messaggio della pubblicità".
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