Milano, 13 ott. (Adnkronos Salute) - La malnutrizione colpisce 195 milioni di bambini in tutto il mondo, e uccide almeno un terzo degli 8 milioni di piccoli 'under 5' che muoiono ogni anno nel pianeta. Eppure, nonostante sia ormai disponibile 'cibo terapeutico' ad alto valore nutritivo, "il sistema degli aiuti alimentari internazionale continua a fornire ogni anno su larga scala cibo scadente a milioni di bambini malnutriti". Con gravi rischi soprattutto per i bimbi al di sotto dei 2 anni, che senza alimenti adeguati a garantire un corretto sviluppo rischiano "conseguenze debilitanti per tutta la vita". A lanciare la denuncia è l'organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, che in vista della Giornata mondiale dell'alimentazione (domenica 16 ottobre) ha organizzato l'incontro 'Fame di denuncia: perché il cibo non basa', oggi a Roma nell'Aula della Commissione difesa del Senato.
"E' stato provato al di là di ogni dubbio - dichiara Unni Karunakara, presidente internazionale di Msf - che assicurare aiuti alimentari adeguati ai bambini più piccoli e vulnerabili salva le loro vite , ma nonostante ciò il sistema globale degli aiuti alimentari non è ancora al passo con i rivoluzionari progressi fatti dalla scienza della nutrizione". La maggior parte degli aiuti alimentari, compresi quelli verso Paesi con alti tassi di malnutrizione come intere zone dell'Africa subshariana, sottolinea Msf, comprendono farine a base di mais e soia (Corn Soy Blends-Csb, di cui solo gli Usa inviano 130 mila tonnellate l'anno ai Paesi in via di sviluppo) che non contengono i nutrienti vitali e le proteine di cui hanno bisogno i bambini per la loro crescita.
Mentre iniziative come la campagna '1.000 giorni' o 'Scaling Up Nutrition' dimostrano che esiste un consenso scientifico e politico sulla necessità di investire sui bambini al di sotto dei 2 anni d'età, per Msf la maggior parte degli aiuti alimentari non fornisce cibi adeguati ai bambini più piccoli. "La gamma dei prodotti disponibili per gli aiuti alimentari ancora ignora i bisogni dei più vulnerabili - continua Karunakara - Non ci sono più scuse per aspettare: i più importanti Paesi donatori di aiuti alimentari del mondo devono finalmente cambiare rotta". Per questo, a nome delle oltre 125 mila persone di più di 180 nazioni che hanno firmato la petizione sul sito www.starvedforattention.org, Msf ha inviato una lettera ai rappresentanti dei principali Paesi donatori, per chiedere di "porre fine alla fornitura di aiuti alimentari inadeguati ai bambini malnutriti e ai bambini a rischio malnutrizione nei Paesi in via di sviluppo".
"Molti Paesi, tra cui quelli europei - incalza Karunakara - hanno risolto con successo il problema della malnutrizione a casa propria adottando strategie che assicuravano l'accesso a cibi nutrienti per le persone più vulnerabili. Ma stiamo ancora aspettando che applichino le stesse strategie quando si tratta di mandare aiuti alimentari agli altri Paesi". Segnali di cambiamento ci sono, precisa Msf. Il Programma alimentare mondiale ora utilizza alimenti supplementari adatti ai bambini 'under 2', prodotti che hanno giocato un ruolo chiave durante le crisi nutrizionali in Niger, le inondazioni in Pakistan e il terremoto ad Haiti. I Paesi donatori e le altre organizzazioni coinvolte hanno migliorato la qualità dei cibi inviati in Somalia e Kenya, ma "la maggior parte dei bambini malnutriti sono invisibili - protesta il presidente di Msf - e non dovrebbero essere vittime di guerre o catastrofi naturali per poter avere accesso al cibo di cui hanno bisogno."
L'organizzazione umanitaria si rivolge in particolare alla Commissione europea: "E' in ritardo", spiega. "Nonostante le ripetute promesse", infatti, "deve ancora pubblicare linee guida chiare su come intende implementare le riforme necessarie. Inoltre, le politiche degli aiuti alimentari della Commissione europea sono incoerenti - segnala Medici senza frontiere - perché impongono ostacoli per l'ottenimento dei fondi per l'acquisto di prodotti adeguati che possano prevenire la malnutrizione, mentre spianano la strada a quei programmi finanziati dall'Europa che forniscono prodotti molto meno nutrienti ed efficaci". Per Karunakara "la Commissione europea deve andare oltre le generiche dichiarazioni d'intenti, e mostrare la propria determinazione nel miglioramento della qualità degli aiuti alimentari europei".
Ma Msf lancia il suo messaggio anche l'Organizzazione mondiale della sanità: "Nel 2008 un vertice internazionale di esperti organizzato dall'Oms ha concluso che gli standard nutrizionali degli aiuti alimentari dovevano essere migliorati. Ma 3 anni dopo l'Oms, a cui fanno riferimento i ministeri della Salute dei Paesi in via di sviluppo per le politiche di orientamento, non ha ancora emesso linee guida ufficiali per garantire il miglioramento degli alimenti per i bambini malnutriti". Insomma, conclude Karunakara, "i bambini non possono tollerare il ritardo causato dal fatto che debba essere dimostrata l'efficacia e la sicurezza di questi nuovi alimenti specifici da ogni singolo Governo durante ogni crisi. Ciò serve solo a ritardare il lancio di programmi salva-vita".
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