(ASCA) - Roma, 9 dic - I pediatri si dividono sui cibi
freschi da dare ai bambini.
I pediatri dell'Associazione Culturale Pediatri si dissociano
infatti ''dalle raccomandazioni sui vantaggi degli alimenti
industriali specifici per l'infanzia per la nutrizione dei
bambini, recentemente diffuse in un depiant per le famiglie
dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). Nel
depliant si legge che: 'Il 50% della frutta fresca contiene
livelli di pesticidi non idonei all'alimentazione infantile'
e che: 'il 35% del grano in Italia contiene residui di
pesticidi troppo elevati per l'alimentazione infantile''' ma
l'Acp ricorda che ''i dati riportati da Fimp nel comunicato
a supporto della validita' di queste affermazioni sono
ampiamente discutibili''.
In tutta l'Unione Europea, prosegue la nota dell'Acp, ''da
settembre 2008 e' in vigore un nuovo regolamento che
modifica le disposizioni per i residui dei pesticidi
(Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del
Consiglio del 23 febbraio 2005.). La legge indica i limiti
quantitativi tollerabili per la sicurezza alimentare di
tutti: adulti e bambini. L'Autorita' europea per la sicurezza
alimentare verifica che tale residuo sia sicuro per tutte le
categorie di consumatori, compresi i gruppi vulnerabili come
i neonati, i bambini e i vegetariani''.
Per questo i pediatri ''intendono rassicurare e
incoraggiare tutti quei genitori che, intorno al sesto mese
di vita, ricorrono all'alimentazione complementare a
richiesta del bambino, utilizzando gli alimenti che essi
stessi assumono''.
Ma proprio in merito ai cibi per l'infanzia e quelli per
adulti promossi come baby food, il presidente della Fimp,
Federazione Italiana Medici Pediatri, Giuseppe Mele, ha
recentemente inviato una circolare ai propri iscritti citando
la ''locandina ad opera della Scuola di Nutrizione Fimp che
pone in evidenza la distinzione tra i cibi per l'infanzia
(per bambini 0-3) e quelli per adulti promossi come baby
food'' e precisando che ''se l'obiettivo (reg CE 1881/2006)
e' la tutela del bambino dal rischio di pesticidi (cioe' lo
zero analitico dei prodotti per l'infanzia), il 50% dei
campioni del commercio contiene pesticidi. Quest'anno i
campioni con residui (Pesticidi nel piatto 2011) sono saliti
al 57%. Anche per i cereali (dati del ministero salute 2009)
il 34,6% del grano duro e il 33,3 del grano tenero contengono
pesticidi. Gli stessi dati sono riportati nel libretto della
scuola avallato dal Ministero della Salute''.
I dati riportati, spiega, ''sono dati ufficiali. Se si
vogliono evitare i pesticidi nel piatto del bambino e'
inevitabile il ricorso ai prodotti per l'infanzia, rispetto
agli alimenti convenzionali. I prodotti biologici si
collocano nel mezzo perche' la legge non tutela il prodotto
finito sull'assenza di pesticidi, inoltre seguono le
direttive dell'adulto per micotossine e nitrati. ll pediatra
deve conoscere il problema (ma lo deve conoscere) e poi fare
le sue scelte liberamente valutando l'aspetto tossicologico,
l'aspetto nutrizionale e se vuole del gusto''.
map/mau/ss
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