(ASCA) - Roma, 11 apr - I cambiamenti climatici, con temperature al di sopra delle medie stagionali nei mesi invernali, hanno modificato il ciclo di vita delle varie piante allungandone il periodo di fioritura e di impollinazione. E, di conseguenza, hanno influenzato il periodo di comparsa dei sintomi da allergia. Anche di questo si parla in occasione del 15* Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Allergologia e immunologia Pediatrica (SIAIP) che apertosi oggi a Napoli. Se e' vero che la stagione dei pollini inizia di solito a gennaio-febbraio (con il polline aero-disperso di cipresso) e si conclude a settembre-ottobre (con i pollini aero-dispersi di ambrosia e artemisia), la massima concentrazione dei vari tipi di polline nell'aria si registra solitamente tra aprile e giugno. ''Starnuti a 'salve' (da 3-4 a piu' starnuti ripetuti, uno dietro l'altro), rinorrea sierosa (''naso che cola'' come dicono i pazienti), ostruzione nasale con respirazione orale, prurito nasale ed oculare, lacrimazione, ''occhi rossi' e respiro rumoroso oppure affannoso, sibilante associato a tosse per lo piu' secca insistente, condizionano la qualita' di vita di chi e' allergico ai ''pollini''' spiega Roberto Bernardini, Presidente della Societa' Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) e direttore della UOC Pediatria presso l'Ospedale San Giuseppe di Empoli. Pertanto ad essere interessati sono soprattutto il naso, le vie aeree che entrano in contatto con i diversi tipi di polline prodotti e immessi nell'aria dalle piante. ''Questo evento - spiega l'esperto - di norma non ha conseguenze, mentre le ha in oltre il 20% dei bambini delle scuole elementari e in oltre il 30% degli adolescenti italiani in quanto determina, in questi soggetti, comparsa dei sintomi sopra specificati e quindi di congiuntivite, rinite (comunemente chiamato 'raffreddore da fieno'), asma. I pollini che causano allergie nei bambini sono principalmente quelli di graminacee, parietaria, olivo, cipresso, ambrosia, artemisia, betulla, nocciolo che, a seconda delle zone in cui si vive, possono presentare una maggiore o minore concentrazione e durata di presenza nell'aria''. Alcuni bambini possono essere allergici a piu' tipi di pollini, prodotti in vari periodi dell'anno, e quindi soffrire di allergia costantemente per quasi tutto l'anno. E' dunque importante una corretta diagnosi che oggi e' ancora piu' facilitata grazie alla possibilita' di identificare le singole molecole presenti nei pollini, individuando in tal modo a quale polline il bambino e' allergico attuando cosi' un trattamento specifico e mirato. Oltre ad antistaminici, cortisonici, antileucotrienici e decogestionanti nasali (da utilizzare solo su prescrizione e sotto controllo medico), lo specialista puo' prescrivere anche una immunoterapia specifica (il cosiddetto ''vaccino per l'allergia')''. Ci sono poi alcune semplici regole che aiutano a convivere meglio con l'allergia ai pollini. Nel periodo primaverile-estivo bisognerebbe innanzitutto evitare di uscire nelle ore centrali, e piu' calde, della giornata, durante le quali la concentrazione nell'aria dei pollini e' molto elevata. Attenzione anche al vento, che trascina i pollini e alla pioggia che frantuma il polline in una miriade di particelle che mantengono intatto il loro potere allergizzante. Anche dentro casa e' opportuno avere alcune cautele. Per evitare che i pollini entrino, attraverso le finestre, nelle stanze in cui viviamo, occorrerebbe tenerle chiuse il piu' possibile e aprirle, per il ricambio d'aria, al mattino presto o alla sera tardi in quanto in questi momenti della giornata la concentrazione pollinica e' piu' bassa. Durante le ore piu' calde si possono utilizzare i condizionatori con appositi filtri in grado di trattenere e impedire l'ingresso dei pollini. red/mpd
Nessun commento:
Posta un commento