Cerca nel blog

giovedì 21 novembre 2013

Pediatria: pelle bimbi a rischio, +10% dermatite atopica causa inquinamento

Milano, 21 nov (Adnkronos Salute) - Emissioni di metalli pesanti dalle marmitte catalitiche, specialmente di palladio; acqua del rubinetto troppo dura e calcarea. Sotto attacco, insieme all'ambiente, c'è sotto anche la pelle dei bambini: negli ultimi 10 anni il rischio di irritazioni cutanee, eczemi, eritemi e desquamazioni, segni tipici della dermatite atopica, sono aumentati del 10%. In particolare fra i 2 e i 5 anni d'età, gonfiando ulteriormente numeri già triplicati negli ultimi 3 decenni. I sintomi colpiscono ora il 63% dei piccoli. E benché nella maggior parte dei casi si risolvano spontaneamente entro il terzo anno di vita, oggi in quasi il 20% dei bambini il problema persiste fino ai 7 anni.

Da Gerusalemme, dove è in corso la VII conferenza dell'International Network on Children's Health, Environment and Safety (Inches), parte l'appello di Paidòss, l'Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (www.paidoss.it), per una maggiore attenzione alla prevenzione e alla cura della dermatite atopica. A rischiare di trascinarsi più a lungo i suoi segni, avvertono gli esperti, sono soprattutto i bambini che vivono nelle aree industrializzate e nelle grandi città, con traffico intenso, alti livelli di smog, inquinamento, fumo, escursioni climatiche, vento, pioggia e umidità. Ma gli specialisti non escludono che a minacciare la pelle delle nuove generazioni siano anche fattori indoor: polveri, acari, contatto con animali e cibi meno salutari e più ricchi di allergeni, che sommano il loro effetto a quello della mutazione e perdita di funzionalità del gene per la filaggrina (Flg), principale fattore di rischio noto per la dermatite atopica.

Il risultato dell'ingresso di un elemento 'naturale', e come tale meno controllabile, fra le principali cause della dermatite atopica è che la patologia ha costi sempre più alti: in media oltre 1.200 euro l'anno a famiglia. Ancora oggi "le mutazioni con perdita di funzione del gene per la Flg sono il fattore di rischio più elevato per sviluppare la dermatite atopica, una malattia con prevalenza in età pediatrica del 10-15% - spiega Giuseppe Mele, presidente di Paidòss - Ma i più recenti studi attestano che nel 40% dei bambini che ne sono portatori la patologia potrà anche non manifestarsi. Un segnale che indica che la malattia è sempre più dipendente da fattori correlati all'ambiente esterno, agli stili di vita e ai cambiamenti dell'ambiente domestico attuatisi nel corso degli ultimi 50 anni. Si ipotizza dunque che proprio l'interazione fra questi fattori ambientali e genetici possa portare al riacutizzarsi della dermatite atopica".

"Laddove possibile è importante prevenire la malattia evitandone le cause scatenanti", raccomanda Mele. "La prima azione - precisa Giuseppe Ruggiero, coordinatore scientifico di Paidòss - è prevenire o lenire i maggiori disturbi della dermatite, rappresentati da prurito, eczemi, secchezza diffusa, perdita di compattezza e turgore, comedoni e punti neri, brufoli, specie nelle zone a maggior rischio quali le mani e il viso (i più esposti agli agenti irritanti) o le gambe e le ginocchia (maggiormente soggette allo sfregamento degli indumenti)". L'esperto consiglia "l'uso costante di creme emollienti per contrastare la secchezza cutanea e ripristinare la barriera cutanea e, poiché la dermatite atopica è una malattia cronica, la pianificazione di un trattamento a lungo termine".

E ancora: "La cute deve essere detersa con detergenti specifici con o senza antisettici e un pH nei limiti fisiologici (circa 6). In particolare durante il bagno, che deve durare al massimo 5 minuti, vanno utilizzati negli ultimi 2 degli oli per impedire la disidratazione dell'epidermide, seguiti dopo il bagno dall'applicazione di emollienti topici. Per quanto riguarda la terapia farmacologica, i corticosteroidi topici sono il trattamento antinfiammatorio di prima scelta quando la cute è infiammata".

"Accanto alle indicazioni terapeutiche e comportamentali - evidenzia Mele - è fondamentale anche l'impostazione di una 'dietoterapia' specie d'inverno quando la pelle è privata dei benefici del sole e la dieta è più ricca di carboidrati e grassi. L'alimentazione in questa stagione deve prevedere un maggiore apporto di frutta e verdure per assumere vitamine e sali minerali, pesce, grassi di origine vegetale, fibre e cereali, arricchita da molta acqua e da un limitato consumo di bevande zuccherate. Infine, sarebbe importante istituire programmi educazionali utili a prevenzione e curare la dermatite topica allo scopo di consentire al bambino e alla sua famiglia di avere una vita quasi normale, evitando misure non necessarie e costrizioni inutili".

Nessun commento:

Posta un commento