Milano, 7 mag. (AdnKronos Salute) - Dislessia, disgrafia, problemi di articolazione e di eloquio. In Italia sono circa 700 mila all'anno i bambini con disturbi del linguaggio, su un totale di oltre 5 milioni di italiani che 'inciampano' sulle parole magari perché anziani, oppure per i postumi di un ictus o di un incidente. Voce, mani e gesti sono gli strumenti che il logopedista usa per aiutarli. Niente farmaci, solo esercizi ad hoc che nel caso dei più piccoli vengono trasformati in un gioco che cura: le imitazioni, il 'far finta', la tombola sonora, il girotondo delle rime. Ce n'è uno per ogni età e li passano in rassegna gli esperti riuniti a Firenze per l'11° Congresso nazionale della Fli (Federazione italiana logopedisti), in corso nel capoluogo toscano per la prima volta in contemporanea con il 9° Congresso Cplol, Comitato permanente dei logopedisti europei.
Madrina d'eccezione Miss Italia 2014 Clarissa Marchese, fresca d'iscrizione al Corso di laurea in logopedia dell'università di Parma. I ritardi e i disturbi del linguaggio interessano intorno al 10% dei bambini in età prescolare e il 5-6% di quelli in età scolare. In tutto circa 574 mila, una cifra che però esclude la quota sommersa dei figli nati da genitori stranieri. Un'incognita, anche per le difficoltà che già questi piccoli possono avere con la lingua italiana. Il primo comandamento è "un intervento precoce - raccomanda la presidente della Fli, Tiziana Rossetto - per promuovere progressi linguistici a breve termine e ridurre gli effetti cumulativi del ritardo di linguaggio, che può influire sullo sviluppo emotivo e sul comportamento del bambino. Ed è qui che il gioco ha un ruolo fondamentale". Diverso in base all'età .
"Se il problema è il ritardo di linguaggio in un bimbo da 1 a 3 anni, che deve passare da parole onomatopeiche bisillabiche (pappa, tata, pum pum, pè pè) ad altre più complesse - spiega Rossetto - possiamo attirare la sua attenzione con le imitazioni: il bambino imita ciò che il logopedista o pupazzi dicono in un contesto di gioco". Un'altro trucco è il gioco del far finta: sotto la guida del logopedista, il piccolo simula situazioni e dialoghi di routine come preparare la pappa, mettere a nanna, il dottore, la scuola, sempre con pupazzi-alleati.
"Anche la tombola dei suoni, cioè riconoscere strumenti musicali, usare la voce per esprimere diverse intonazioni ed emozioni, produrre suoni e riprodurre melodie, riconoscere rumori, può essere divertente e stimolante". Nella fascia 3-5 anni, invece, "il gioco delle imitazioni va affinato". E la tombola sonora usa ad esempio semplici parole simili, in gergo tecnico "coppie minime" (pollo-bollo, sacco-tacco, lana-rana), da ripetere per capire l'errore fino a non sbagliare più. Gli interventi possono essere individuali o di gruppo, a volte centrate sui genitori.
Non solo bambini, però. "I disturbi del linguaggio, dalla balbuzie all'assenza di parola - puntualizza la presidente della Fli - colpiscono il 3% della popolazione italiana ed europea, con punte del 7% dai 2 ai 6 anni", ma con numeri significativi anche tra gli anziani: "L'aumento delle malattie neurodegenerative, causato dall'allungarsi della vita media, comporta problemi di linguaggio ma anche disfagia, e altre patologie correlate che richiedono l'intervento logopedico, così come la riabilitazione dopo ictus o incidenti stradali".
Di tutto questo si parla a Firenze da oggi 7 maggio a sabato 9. Sono oltre mille i delegati e gli ospiti attesi al doppio evento Fli-Cplol. Non solo dall'Europa, ma da tutto il mondo: dall'Arabia Saudita fino al Canada. "Quest'anno - sintetizza Rossetto - affronteremo con respiro internazionale molti temi della nostra professione, con un occhio particolare ai bambini e ai disturbi del linguaggio, ma anche alle problematiche legate al mondo degli anziani e alla nostra professione. Ricordo infatti che il percorso per l'approvazione degli Ordini professionali, nonostante 20 anni di parole, fatica, lavoro e studio, non si è ancora concluso. La nostra professione non si può fermare mai. Necessita di migliorare la formazione con percorsi specialistici già presenti in Europa e nel mondo".
"Gli obiettivi del Cplol - aggiunge Raffaella Citro, delegata Fli - promuovono proprio l'armonizzazione della legislazione sulla professione nei diversi Paesi e il miglioramento della qualità della formazione e della pratica professionale dei logopedisti, creando e diffondendo standard di elevato livello che hanno sempre come fine ultimo la difesa dei diritti e della salute dei cittadini". Il miglioramento della qualità professionale passa attraverso l'evoluzione delle conoscenze scientifiche, e "il Cplol è molto impegnato in questo aspetto che culmina con l'organizzazione del suo congresso scientifico ogni 3 anni. Più di 150 presentazioni orali, 150 poster, 15 workshop, 4 letture magistrali, tutti di elevato rigore scientifico - conclude Citro - ci aspettano da domani e rappresentano la maturità della professione logopedica".
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