Roma, 5 mag. (AdnKronos Salute) - Quando il cibo scarseggia, la vita in città può essere durissima per un bimbo. I bambini più poveri delle città di Africa, Asia e America sono almeno 2 volte più a rischio di morire entro i 5 anni, per cause banali e prevenibili, rispetto ai coetanei più benestanti che vivono nelle aree urbane. In particolare in 11 Paesi - Bangladesh, Cambogia, Ghana, India , Kenya, Madagascar, Nigeria, Perù, Ruanda, Vietnam e Zimbabwe - il rischio è ancora superiore: in Cambogia e Ruanda è quasi 5 volte maggiore, in Kenya 4 e nello slum della sua capitale Nairobi, la mortalità materna è 45 punti percentuali sopra quella media del paese e delle aree rurali. Ma i dati sono sorprendenti anche in zone urbane sviluppate come Washington DC e Berna.
E' quanto emerge dal Rapporto Save The Children sul benessere materno e infantile, presentato oggi. Uno svantaggio nella sopravvivenza infantile e materna che va di pari passo con un analogo gap nella salute e nutrizione di tanti bambini e delle loro madri: in alcune città quali Dacca (Bangladesh), Deli (India), Distrito Central (Honduras), Addis Abeba (Etiopia) e Kigali (Ruanda), il tasso di malnutrizione cronica nei bambini più poveri è maggiore dai 29 ai 39 punti percentuali rispetto a quelli più ricchi.
In Bangladesh dove il 62% della popolazione vive in squallide periferie, il rischio di non arrivare a 5 anni è 3 volte superiore per i bambini più poveri; più del 50% dei piccoli che abitano negli slum soffre di malnutrizione cronica, a fronte del 13% di coloro che non vi vivono.
Anche a Deli, in India, sono malnutriti più della metà (58%) dei bambini del quintile più povero rispetto al 20% del quintile più ricco; solo il 27% delle donne fa le necessarie visite pre-parto, a fronte del 93% delle mamme benestanti e il 56% dei bambini è vaccinato per il morbillo a fronte del 98% dei coetanei benestanti. Ma gap e disparità riguardano, un po' a sorpresa, anche città e Paesi sviluppati: a Washington DC, ad esempio, un bambino che vive nelle zone più povere corre un rischio 10 volte maggiore di morire entro il primo anno rispetto a un bambino benestante. E significativi svantaggi nella sopravvivenza si registrano anche in città europee insospettabili come Vienna e Berna.
"Non è accettabile che la sopravvivenza e il benessere di un bambino dipenda da dove nasce e dallâappartenenza alle fasce più ricche o povere della popolazione", commenta Claudio Tesauro, presidente Save the Children Italia."Chiediamo ai leader del mondo un rinnovato impegno per fermare le morti prevenibili di madri e bambini nellâambito dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile che saranno fissati dalle Nazioni Unite a settembre 2015, aumentando le risorse e prestando particolare attenzione ai più poveri nelle aree più marginali, anche urbane".
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