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giovedì 6 agosto 2015

Eva Riccobono: «Tutte possono allattare»

Eva Riccobono: «Tutte possono allattare»

Da quando ha avuto il figlio Leo, nato dalla relazione con il compagno di lungo corso Matteo Ceccarini, la 31enne Eva Riccobono è una “promotrice spontanea” dell’allattamento. Il suo piccolo, 14 mesi, dorme ancora attaccato al suo seno e scandisce le giornate dell’attrice (reduce dal set pugliese di “Io che amo solo te” con Laura Chiatti e Riccardo Scamarcio) a suon di poppatine. «Ho partorito a Londra, in un ospedale pubblico, e lì c’è una sanità neonatale molto più avanti, anche se quasi “all’antica” â€" racconta Eva su Vanity Fair -. Subito dopo il parto mi hanno poggiato mio figlio sul petto e istantaneamente me lo hanno attaccato al seno».

«Mio figlio lo allatto tutte le volte che vuole â€" ha aggiunto -. Se cerca un conforto, piange, viene, fa una ciucciatina e sta tranquillo. C’era un periodo in cui si diceva “eh ma quello lì lo fa apposta, ti usa come ciuccio”. Ma come si fa a pensare che un bambino di pochi m esi abbia l’intelligenza di manipolare la madre? I bambini piangono perché hanno un bisogno».

L’allattamento, sostiene Eva, è per tutte. «A parte casi eccezionali di malattie, problemi anatomici o post-operatori, tutte le donne possono allattare. Le sembra possibile che su dieci mamme che incontro, nove dicono di non avere avuto latte? Fosse vero, saremmo l’unica specie a non poter nutrire i nostri piccoli. Saremmo già estinti».

Certo, offrire il seno al proprio piccolo può essere doloroso. «Io ho avuto due mastiti e le ragadi. All’inizio temevo che i capezzoli non si sarebbero più risanati, ma poi la natura ha fatto il suo corso â€" ha rivelato la ex top model -. I primi giorni ero un’anima in pena, andavo dalle ostetriche e piangevo: “Sta attaccato tutta la notte, non posso dormire”. E loro: “È normale”. Le prime settimane madre e figlio hanno bisogno di conoscersi e “settarsi”, non è facile. Una volta un’amica mi ha detto: “Io non ho potuto allattare perché ero distrutta”. Ma è così per tutte».

Cover Media

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