Milano, 14 ago. (AdnKronos Salute) - Grandi lenti scure che li proteggono dai raggi ultravioletti, un 'veleno' per i loro giovani occhi. Sono il primo segno di riconoscimento dei bambini che soffrono di cheratocongiuntivite Vernal, una malattia che si manifesta nei primi 10 anni di vita con grave fotofobia, occhi in fiamme, lacrimazione e prurito. Una sorta di allergia solare che ritorna ogni primavera e diventa un incubo d'estate. In genere il disturbo regredisce progressivamente fino a scomparire intorno ai 15-20 anni, ma nel frattempo la bella stagione si trasforma in un supplizio. Anche se una cura risolutiva non esiste, per i piccoli che non possono guardare il sole l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze ha ideato nuove terapie e un protocollo di assistenza a 360 gradi.
Scelgono la struttura toscana più di 800 bambini l'anno, in crescita continua, segnala il Meyer. La metà viene da fuori regione, dal Sud come dal Nord. Si rivolgono all'ospedale fiorentino perché vi trovano "un modello unico di presa in carico e qualità dell'assistenza - sottolinea l'Ao - una gestione coordinata e multidisciplinare che assicura anche la fornitura gratuita dei farmaci prodotti 'in casa'". Al Meyer "la casistica è la più importante in Europa e tra le prime al mondo". Un'esperienza che fa della struttura "il punto di riferimento italiano per la diagnosi, la cura e la ricerca scientifica" sulla cheratocongiuntivite Vernal.
Proprio al Meyer è stato messo a punto un collirio che ha cambiato radicalmente il trattamento della malattia. "Ricordo ancora quando con Neri Pucci provavamo il collirio nei nostri occhi - racconta Elio Novembre, direttore di Allergologia - Volevamo trovare una terapia che non avesse le complicanze del cortisone. Si pensò allora al collirio con una piccola percentuale di ciclosporina, immunosoppressore impiegato nei trapianti. Alla fine, insieme agli oftalmologi e ai farmacisti ospedalieri realizzammo due galenici, uno oleoso e uno di lacrime artificiali da instillare negli occhi dei bambini con questa patologia allergica. Quell'intuizione è stata giusta".
Recentemente al primo collirio se ne è aggiunto un altro a base di tacrolimus, un immunosoppressore più potente della ciclosporina. "Anche questo è un farmaco off label che produciamo in forma di collirio e che ci permette di curare quel 15-20% di bambini resistenti alla ciclosporina - spiega Pucci - Questo immunosoppressore è stato il fulcro del bando di ricerca Aifa che abbiamo vinto, riuscendo per primi a dimostrare scientificamente la sua efficacia nei bambini resistenti alla ciclosporina. La rivista 'Pediatric Allergy and Immunology' proprio quest'anno ha pubblicato il nostro studio, diventato un caposaldo dell'attuale terapia. Oggi curiamo al Meyer circa 150-200 bimbi all'anno con questo medicinale e i risultati sono ottimi", assicura l'esperto.
Contrariamente alle allergie, la cheratocongiuntivite Vernal risponde poco alla classica terapia con antistaminici. Di prassi il trattamento consiste nella protezione dai raggi Uv con grandi occhiali da sole e in un trattamento locale con immunosoppressori. Fino a poco tempo fa il farmaco più usato era il cortisone, ma i suoi effetti collaterali, come l'insorgenza di glaucoma e cataratta, ne hanno via a via sconsigliato l'impiego.
Ecco perché "per evitare queste complicanze utilizziamo la preparazione topica a base di ciclosporina o tacrolimus. Si tratta di immunosoppressori a bassissime dosi che tengono a bada la malattia riducendo il rischio di ulcere corneali", precisa Roberto Caputo, direttore di Oftalmologia pediatrica. "A ogni bambino con Vernal assicuriamo sempre il controllo oftalmico e, grazie al supporto dell'oculista Cinzia De Libero e dell'ortottista Gioia Danti, anche l'esecuzione delle 'mappe corneali', strumento essenziale per la diagnosi e il controllo del cheratocono".
Presso il laboratorio galenico della farmacia ospedaliera del Meyer vengono allestite le due formulazioni indicate per il trattamento della cheratocongiuntivite Vernal: a base di ciclosporina su base oleosa e in lacrime artificiali, e i colliri a base di tacrolimus in lacrime artificiali.
I numeri sono importanti, considerando che la produzione annuale si aggira intorno ai 4 mila colliri che vengono sia consegnati ai pazienti al termine della visita, con le opportune informazioni sulla modalità di utilizzo e conservazione, sia spediti in tutta Italia attraverso la collaborazione con l'Associazione Occhio al sole.
Per tutti i bambini indirizzati nel polo pediatrico fiorentino con sospetto di questa patologia - conclude la nota - è a disposizione un percorso assistenziale e terapeutico completo, comprensivo del Day hospital allergologico, della predisposizione del collirio e della reperibilità telefonica in quasi tutti i giorni feriali.
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