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venerdì 15 luglio 2011

Alimenti: per i bimbi "doppia piramide" alimentare e ambientale

Roma, 6 lug. (Adnkronos Salute) - Cereali, frutta, verdura, latte e latticini tutti i giorni. Carne 2-3 volte alla settimana, pesce almeno 3 volte, legumi almeno 2 volte, formaggi 2 volte e uova 1-2 volte a settimana. E' questa la composizione ottimale della dieta settimanale di un bambino secondo Barilla Center for Food & Nutrition, presentata oggi a Roma in occasione del convegno 'Alimentazione e ambiente: un pianeta migliore per i nostri figli'. E' stato presentato uno studio che dedica particolare attenzione alla fascia dell'infanzia e dell'adolescenza, sottolineando l'importanza di adottare abitudini alimentari sane e corrette fin dalla giovane età, alternando quotidianamente tutti i principali alimenti. E proponendo una 'doppia piramide' ambientale e alimentare su cui basarsi.

L'apporto calorico quotidiano dovrebbe essere suddiviso su 5 pasti: la colazione dovrebbe contribuire per il 20%, la merenda a metà mattina per il 5%, il pranzo per il 35%, la merenda pomeridiana per il 10% e la cena per il 30%. Parallelamente, gli esperti del Barilla Center propongono il modello della 'doppia piramide', che si basa su tre principali indici: consumo di territorio, generazione di gas a effetto serra e consumo di risorse idriche (Water Footprint).

Riclassificando gli alimenti sulla base del loro consumo di territorio, il modello della 'doppia piramide' mostra come i cibi per cui si consiglia un consumo più frequente siano anche quelli che determinano gli impatti ambientali minori. Al contrario, gli alimenti per i quali si raccomanda un consumo ridotto sono quelli che provocano le maggiori conseguenze sulla salute del pianeta.

Lo studio dimostra anche come le tecniche di cottura utilizzate nella preparazione dei cibi possano incidere in maniera differente sull'ambiente. Per esempio: impiegare mezzo litro d'acqua in meno per cuocere su un fornello a gas mezzo chilo di pasta, riduce l'impatto della cottura del 7%, pari a 30g di CO2.

Secondo il Global Footprint Network (Gfn), per un cittadino di un Paese ad alto reddito i consumi alimentari sono la prima voce in termini di impatto ambientale, con una rilevanza sull'impronta ecologica complessiva pari a circa il 30-40%. Per il cittadino italiano medio, sono 42 i metri quadri globali sfruttati per l'alimentazione, contro una media globale di 60. Dallo studio del Barilla Center for Food & Nutrition emerge che, confrontando due menù giornalieri entrambi equilibrati dal punto di vista nutrizionale, sia in termini di apporto calorico che di nutrienti, un menù a base di proteine animali derivanti soprattutto dalla carne ha un impatto due volte e mezzo superiore rispetto a quello vegetariano: 42 rispetto a 16.

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