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venerdì 9 dicembre 2011

SALUTE: ALLARME PESTICIDI SU CIBI FRESCHI A BIMBI, PEDIATRI SI DIVIDONO

(ASCA) - Roma, 9 dic - I pediatri si dividono sui cibi

freschi da dare ai bambini.

I pediatri dell'Associazione Culturale Pediatri si dissociano

infatti ''dalle raccomandazioni sui vantaggi degli alimenti

industriali specifici per l'infanzia per la nutrizione dei

bambini, recentemente diffuse in un depiant per le famiglie

dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). Nel

depliant si legge che: 'Il 50% della frutta fresca contiene

livelli di pesticidi non idonei all'alimentazione infantile'

e che: 'il 35% del grano in Italia contiene residui di

pesticidi troppo elevati per l'alimentazione infantile''' ma

l'Acp ricorda che ''i dati riportati da Fimp nel comunicato

a supporto della validita' di queste affermazioni sono

ampiamente discutibili''.

In tutta l'Unione Europea, prosegue la nota dell'Acp, ''da

settembre 2008 e' in vigore un nuovo regolamento che

modifica le disposizioni per i residui dei pesticidi

(Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del

Consiglio del 23 febbraio 2005.). La legge indica i limiti

quantitativi tollerabili per la sicurezza alimentare di

tutti: adulti e bambini. L'Autorita' europea per la sicurezza

alimentare verifica che tale residuo sia sicuro per tutte le

categorie di consumatori, compresi i gruppi vulnerabili come

i neonati, i bambini e i vegetariani''.

Per questo i pediatri ''intendono rassicurare e

incoraggiare tutti quei genitori che, intorno al sesto mese

di vita, ricorrono all'alimentazione complementare a

richiesta del bambino, utilizzando gli alimenti che essi

stessi assumono''.

Ma proprio in merito ai cibi per l'infanzia e quelli per

adulti promossi come baby food, il presidente della Fimp,

Federazione Italiana Medici Pediatri, Giuseppe Mele, ha

recentemente inviato una circolare ai propri iscritti citando

la ''locandina ad opera della Scuola di Nutrizione Fimp che

pone in evidenza la distinzione tra i cibi per l'infanzia

(per bambini 0-3) e quelli per adulti promossi come baby

food'' e precisando che ''se l'obiettivo (reg CE 1881/2006)

e' la tutela del bambino dal rischio di pesticidi (cioe' lo

zero analitico dei prodotti per l'infanzia), il 50% dei

campioni del commercio contiene pesticidi. Quest'anno i

campioni con residui (Pesticidi nel piatto 2011) sono saliti

al 57%. Anche per i cereali (dati del ministero salute 2009)

il 34,6% del grano duro e il 33,3 del grano tenero contengono

pesticidi. Gli stessi dati sono riportati nel libretto della

scuola avallato dal Ministero della Salute''.

I dati riportati, spiega, ''sono dati ufficiali. Se si

vogliono evitare i pesticidi nel piatto del bambino e'

inevitabile il ricorso ai prodotti per l'infanzia, rispetto

agli alimenti convenzionali. I prodotti biologici si

collocano nel mezzo perche' la legge non tutela il prodotto

finito sull'assenza di pesticidi, inoltre seguono le

direttive dell'adulto per micotossine e nitrati. ll pediatra

deve conoscere il problema (ma lo deve conoscere) e poi fare

le sue scelte liberamente valutando l'aspetto tossicologico,

l'aspetto nutrizionale e se vuole del gusto''.

map/mau/ss

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