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lunedì 30 giugno 2014

Fecondazione: farmaci per fertilità non aumentano rischio tumori femminili

Monaco di Baviera, 30 giu. (AdnKronos Salute) - Una buona notizia per le donne ricorse alla fecondazione assistita per realizzare il desiderio di avere un figlio. I farmaci per la fertilità non aumentano il rischio di tumori del seno o delle ovaie, temuta conseguenza dei trattamenti ormonali utilizzati per la stimolazione ovarica. E' la "rassicurante" conclusione di uno studio americano presentato al Congresso Eshre 2014 (Società europea di riproduzione umana ed embriologia), in corso a Monaco di Baviera.

La ricerca, in parte finanziata dai National Institutes of Health e condotta dall'Università dell'Illinois a Chicago e dall'Us National Cancer Institute, ha analizzato più di 12 mila donne trattate per infertilità fra il 1965 e il 1988 in 5 centri americani. Dopo 30 anni in 9.892 pazienti è stata verificata l'eventuale insorgenza di tumori: sono stati identificati 749 casi di cancro al seno, 119 all'endometrio, 85 alle ovaie. Secondo gli autori dello studio, i farmaci utilizzati per aumentare le chance di concepimento e gravidanza non sono associati a un aumento del rischio di questi tumori femminili. In particolare, le gonadotropine, i più utilizzati attualmente per la stimolazione ovarica, non risultano favorire l'insorgenza del cancro, come si temeva, fatta eccezione per un piccolo gruppo di donne che però non ha avuto figli dopo il trattamento.

I farmaci per la fertilità aumentano i livelli degli ormoni femminili, estradiolo e progesterone, entrambi implicati nella genesi del tumore del seno, dell'ovaio e dell'utero. Da qui "la plasubilità biologica - spiega Humberto Scoccia dell'Università dell'Illinois, uno dei coordinatori della ricerca - del legame fra questi trattamenti e il rischio di neoplasia. Ma nonostante questa plausibilità, i risultati ottenuti non supportano un legame significativo fra utilizzo dei farmaci per la fertilità e tumori femminili. Il quadro che emerge è piuttosto variegato, con alcune sostanze che mostrano un qualche aumento del rischio, altre che lo riducono e altre ancora che non hanno alcun legame causa-effetto, e molte questioni rimangono irrisolte, ma - sottolinea - si tratta di risultati rassicuranti".

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