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sabato 17 maggio 2014

Festival Cannes: anteprima mondiale per Salgado secondo Wenders e il figlio

Roma, 17 mag. (Adnkronos) Il nuovo film documentario di Wim Wenders, 'Il sale della terra', firmato insieme a Juliano Ribeiro Salgado, sarà presentato martedì prossimo in anteprima mondiale al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. Prodotto da David Rosier per Decia Films in coproduzione con Andrea Gambetta per Solares Fondazione delle Arti e Lèlia Wanick per Amazonas Images, 'Il sale della terra' uscirà in Italia il prossimo 28 agosto distribuito da Officine UBU. Dopo 'Buena Vista Social Club' e 'Pina,' il grande regista tedesco, vincitore della Palma d'oro nel 1984 con 'Paris, Texas' e premiato sulla Croisette anche per 'Nel corso del tempo', 'Il cielo sopra Berlino' e 'Così lontano, così vicino!', torna a raccontare l'universo poetico e creativo di un artista del nostro tempo, il fotografo brasiliano Sebastião Salgado.

Da quarant'anni Sebastião Salgado attraversa i continenti sulle tracce di un'umanità in pieno cambiamento: dopo aver testimoniato alcuni tra i fatti più sconvolgenti della nostra storia contemporanea, conflitti internazionali, carestie, migrazioni di massa, si lancia adesso alla scoperta di territori inesplorati e grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande progetto fotografico, omaggio alla bellezza del pianeta che abitiamo. La sua vita e il suo lavoro vengono rivelati dallo sguardo del figlio Juliano Ribeiro Salgado, che l'ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi, e da quello di Wenders, fotografo egli stesso.

"Da subito -ha detto Wenders del film- ci è sembrato essenziale tenere in considerazione il fatto che i Salgado hanno un'altra vita accanto alla fotografia: il loro impegno a favore dell'ecologia. Sapevo che era necessario raccontare due storie parallele. Si può dire che l'opera di rimboschimento che hanno messo in atto in Brasile e i risultati quasi miracolosi che hanno ottenuto, siano una specie di 'happy end' per Sebastião, dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone e la depressione in cui è precipitato al ritorno dall'ultimo viaggio in Rwanda. Salgado non ha soltanto consacrato 'Genesis', la sua ultima monumentale opera, alla natura, ma è proprio la natura ad avergli permesso non perdere la sua fede nell'uomo".

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